Così nel corso del colloquio raccontava che era soddisfatto del lavoro. Al laboratorio insieme ad altri costruiva. Piegava, annodava, torceva e realizzava ami da pesca. Ci teneva molto. Gli sorridevano gli occhi mentre raccontava quanto fosse felice di immaginare i suoi ami a girare il mondo, utili e lontani tra le mani di un pescatore, la nel freddo del Canada.
In casa non c’erano soprammobili: la casa era modesta. Non ci aveva mai fatto caso. Le cose che considerava utili nel suo mondo erano sufficienti, non molte. Viveva da solo. Veniva scuro presto come ogni sera da tanti anni. Da quanti anni andava in cooperativa? Non lo ricordava. Come faceva sempre piegò la tuta con cura; la appoggiò con attenzione sul comodino. Il logo rosso fuoco della cooperativa era evidente sulla tuta blu. Rassicurato lo squadrò per un poco. Spenta la luce si addormentò. Rassicurato .
Stava viaggiando da ore. Musica e motore sull’autostrada. Stanco. Bisogna fermarsi. Ancora stanco ma al prossimo autogrill una sosta. Eccolo, il cartello. Freccia, finalmente fermo. Caffè, bagno. Prima il bagno poi il caffè. Tutti i bagni occupati. Unico libero il bagno assistito. Quanto spazio. Qui si che ci si può muovere senza impiccio, davvero comodo. I normali che si prendono cura dei bisogni dei diversi ! Strano, ma comodo. E se i diversi si mettessero a progettare per se e per i sani?
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